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venerdì, Marzo 14, 2025

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Ponte sullo Stretto? Il WWF: opera inutile, dannosa e insostenibile

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina continua a sollevare forti preoccupazioni tra gli ambientalisti e la comunità scientifica. Secondo il WWF, questa infrastruttura non solo è economicamente insostenibile, ma rappresenta anche una grave minaccia per l’ambiente e la biodiversità dell’area.

Il WWF evidenzia che il ponte attraverserebbe un’area di straordinario valore ecologico, influenzando negativamente habitat protetti e rotte migratorie di centinaia di specie di uccelli e mammiferi marini. La Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale (VIA) aveva già espresso nel 2013 un parere negativo, indicando che 27 prescrizioni ambientali non erano state rispettate o erano state solo parzialmente ottemperate. Inoltre, la valutazione di incidenza ambientale aveva rilevato danni irreversibili su siti protetti della Rete Natura 2000.

Il dossier del WWF denuncia anche l’insostenibilità economica del progetto. Il costo previsto è salito vertiginosamente dai 3,9 miliardi di euro iniziali a oltre 14,6 miliardi, con un incremento del 122,6%, ben oltre il limite legale che imporrebbe una nuova gara d’appalto.

Secondo le analisi del WWF e di altri esperti, l’opera non porterebbe reali benefici alla mobilità tra Calabria e Sicilia. I risparmi di tempo sarebbero minimi rispetto alle attuali soluzioni di traghettamento, e la viabilità locale ne risentirebbe negativamente. Anzi, l’aumento del traffico veicolare previsto dal progetto sarebbe in netto contrasto con le strategie europee di riduzione delle emissioni e sviluppo della mobilità sostenibile.

Anche dal punto di vista economico, il Ponte potrebbe avere effetti devastanti. Le grandi navi portacontainer potrebbero essere costrette a evitare lo Stretto di Messina a causa delle limitazioni imposte dall’infrastruttura, danneggiando il porto di Gioia Tauro e l’intero comparto logistico del Sud Italia. Inoltre, il settore turistico dell’area potrebbe risentire della deturpazione del paesaggio e delle difficoltà logistiche imposte dal cantiere.

L’opposizione al Ponte sullo Stretto non è solo una battaglia ambientalista, ma una questione di buon senso economico, infrastrutturale e legale. Ignorare le criticità sollevate dal WWF e dalla comunità scientifica significa mettere a rischio miliardi di euro pubblici per un’opera che potrebbe rivelarsi un colossale spreco di risorse. Invece di investire in un progetto tanto discutibile, sarebbe più utile potenziare le infrastrutture esistenti e favorire soluzioni di trasporto sostenibili e realmente vantaggiose per il territorio.

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