Bentornati a tutti i miei lettori, buon sabato ed ecco un nuovo appuntamento dedicato alle mie degustazioni guidate all’insegna dell’analisi sensoriale.
Ritorniamo a parlare del dolce tipico della festa del papà, colgo l’occasione anche per fare un’augurio al mio e a tutti i papà che mi seguono, giovedì abbiamo visto come preparare insieme le zeppole di San Giuseppe, oggi invece se non avete voglia e tempo di prepararle vi consiglio quale secondo il mio modesto parere vale la pena di assaggiare.
Io adoro quelle della pasticceria la Principessa a Quattromiglia di Rende.
Cominciamo con la nostra analisi sensoriale.
Si inizia dalla vista, io preferisco prendere quella grande, si presenta bella invitante, come dico io sempre mi fa venire l’acquolina in bocca. Poi passiamo all’olfatto molto delicato, infine spicca l’odore dell’amarena sciroppata.
Al palato ottimo l’impasto ben sviluppato che la fa risultare fantastica, inoltre la loro crema pasticcera è spettacolare (con all’interno un ingrediente segreto che il maestro pasticcere Luigi Preite non mi ha mai voluto svelare.) Insieme in bocca risultano perfetti, poi l’amarena di sopra chiude il boccone in modo sublime.
Io prendo sempre quella fritta, ma anche quella al forno merita, però per me la zeppola deve essere fritta.
Una caratteristica di questa zeppola fritta e che la crema si trova solo nella parte esterna così si può apprezzare in modo perfetto la splendida alveolatura della pasta, proprio come la tradizione vuole.
La pasta risulta bella friabile, morbida e molto gustosa, si nota che si tratta di un prodotto artigianale realizzato in modo perfetto.
Il 19 marzo a Cosenza è usanza degustare la Zeppola di San Giuseppe, ed io non voglio esimermi da questa usanza, per questo oggi ho voluto proporvi questa mia degustazione guidata e darvi il mio consiglio.
Se decidete di fare come farò io ed andarle a provare mi raccomando fatemi sapere se il mio suggerimento vi è stato utile sulla mia pagina Facebook personale Piero Cantore o sulla pagina Calabria 2.0.
A cura di Il Gastronomo con il Baffo, Piero Cantore