Buongiorno amici cari,
ci ritroviamo ancora una volta per continuare il nostro viaggio insieme… Oggi voglio cercare con voi sole e colori in una giornata uggiosa portandovi lì dove la luce diventa abbagliante, dove realtà e mito si confondono…
“Appena la vidi seppi che quella terra, dalla quale si scorgevano magiche isole, era la mia seconda terra, e qui sono venuto a vivere. Sto su un promontorio alto sul mare, è un panorama stupendo. E quando il giorno, dalla punta del mio promontorio, guardo gli scogli e le spiaggette cento metri sotto il mare limpidissimo che si fa subito blu profondo, so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della terra”.
Così Giuseppe Berto descrive, ne “Il male Oscuro”, la Costa degli Dei.
Si amici siamo anche noi di fronte a quel mare, nel tirreno meridionale, in quello spicchio di Calabria che separa il Golfo di Sant’Eufemia dal Golfo di Gioia Tauro. Davanti a noi panorami incantevoli, sabbie bianche, rocce aspre che cadono vorticosamente in acque cristalline il cui colore varia dal turchese all’azzurro, dal verde smeraldo al blu. E’ il mare del mito, quello cantato da Omero, popolato dalle sirene meravigliose e letali che tentarono Ulisse, è il luogo dell’oracolo che offriva profezie e presagi a chi lo attraversava.
Siamo sul ripido promontorio di Capo Vaticano, dove rupi di granito grigio fanno da cornice ad una costa selvaggia e frastagliata con fondali ricchi di posidonia, anemoni di mare, stelle marine e pesci di varie specie.
Percorrendo poca distanza ci ritroviamo a Tropea “perla del tirreno”, il cui borgo ci accoglie arroccato su una scogliera a picco sull’antico “Portus Herculis” che, secondo tradizione, ospitò l’eroe di ritorno dalla Spagna. Di origini antichissime, ebbe un ruolo importante in epoca bizantina, fu poi emirato fino a quando i Normanni non la liberarono definitivamente nel 1066. Oggi riconoscibile ai nostri occhi il tipico impianto dei borghi medievali, articolato in viuzze e slarghi che portano al cuore cittadino, l’animata Piazza Ercole. Qui prospetta il settecentesco palazzo del Seggio ed al centro il monumento a Pasquale Galluppi, filosofo locale.
Inoltrandoci tra i vicoli ci inebriamo di odori e colori, tra le macchie viola e rosse dei buganvillee, delle cipolle e dei peperoncini e passeggiando tra antiche chiese, eleganti palazzi gentilizi, adornati da inquietanti maschere apotropaiche, raggiungiamo la Cattedrale. L’imponente architettura, affiancata all’episcopio, venne realizzata in epoca normanna probabilmente su una più antica struttura bizantina. Più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, custodisce opere di pregio come la preziosa icona medievale di Maria Santissima di Romania, patrona della città.
Il profumo del mare guida i nostri passi fino ad un arioso terrazzo, qui il respiro si ferma di fronte ad un panorama straordinario, un mare cristallino ed una rupe candida sovrastata dalla Chiesa di Santa Maria dell’Isola. Ai suoi piedi una spiaggia bianchissima e, guardando oltre, l’ampiezza infinita dell’orizzonte interrotta solo dal profilo dello Stromboli. Dinanzi a questa meraviglia lasciamo che il nostro sguardo si perda nel blu profondo di un “cielo capovolto”…
Di Ida Luigia Tedesco – Guida Turistica abilitata Calabria