Buongiorno amici cari e ben ritrovati,
oggi rovistando nella scatola dei ricordi sono tornata nei miei sogni da bambina…
Ricordate quando ci “perdevamo” nelle favole, quando quel “c’era una volta…” si popolava di castelli incantati, cavalieri, isole, pirati? Io aspettavo con trepidazione quei racconti per entrare in mondi fantastici, quei mondi che poi ho scoperto esistere davvero…
Voglio portarvi con me in una di quelle fiabe, lì dove quelle fantasie diventano improvvisamente realtà!!! Siamo nel marchesato crotonese, all’estremità più meridionale della Costa dei Saraceni, immersi in una tavolozza di colori che va dal grigio delle coste rocciose al giallo della sabbia dorata, dal verde al blu di un mare cristallino, siamo a “Le Castella”…
Con il sole che riscalda il volto ed il cuore, passeggiamo arrivando fino al mare ed ecco materializzarsi di fronte a noi uno di quei luoghi incantati, un’ imponente fortezza che sembra riemergere dalle acque. Il paesaggio descritto dalle fonti ricorda un gruppo di isole, non lontane dalla terra ferma, in una delle quali secondo la tradizione la ninfa Calipso trattenne Ulisse per sette anni.
Non è difficile immaginare un complesso sistema fortificato pensando al toponimo del luogo declinato al plurale, un arcipelago di isolette oggi purtroppo scomparse. Ci avviciniamo e la mente torna alla “sgangherata” armata brancaleone che attraversava lo stretto lembo di terra che unisce il maniero alla costa. Le sue origini si perdono nel tempo, costruita su fondamenta magno greche fu scelta, secondo tradizione, da Annibale che, incalzato dai romani, vi costruì un avamposto militare. Rimaneggiata più volte fu trasformata, nel corso del XVI secolo, in una vera e propria roccaforte capace di fronteggiare le invasioni turche.
I nemici che arrivavano dal mare, incutevano terrore lasciando morte e devastazione, fu durante uno di quegli assalti che un giovane del luogo, Giovanni Dionigi Galeni, venne catturato. Destinato ai remi della nave del corsaro Giafer, fu così scaltro ed intelligente da conquistare la fiducia del suo padrone tanto da diventare un importante ammiraglio conosciuto con il nome di “Uluch-Alì”.
Affascinati dall’eco di questi racconti varchiamo il possente portale d’ingresso protetto da imponenti bastioni, la sensazione guardandoci intorno è quella di essere al sicuro, abbracciati da un complesso sistema fortificato. Ci sembra quasi di sentire le voci concitate di chi si rifugiava al suo interno; le vestigia di un borgo, una cappella, i resti di una piccola chiesa, tutto era racchiuso tra le possenti mura merlare. Un ponte levatoio, oggi sostituito da una passerella, permetteva l’accesso al cuore del maniero definito da complessi sistemi difensivi, sotterranei, cisterne e da una svettante torre cilindrica.
Risaliamo lassù attraverso l’angusta scala a chiocciola e risentiamo i passi veloci delle vedette che da qui avvistavano: “lu niru perigliu che ven da lu mare”…
Arrivati in cima il respiro si ferma, lo sguardo si perde sospesi tra cielo e mare, tutto è perfetto così com’è, resta solo di rimanere in silenzio e riempire il cuore di bellezza…
Di Ida Luigia Tedesco – Guida Turistica Abilitata Calabria