I dati del 7° Rapporto GIMBE: persistente deficit di risorse. Aumenta il divario Nord-Sud
Secondo i dati del 7° Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale, la sanità in Calabria continua a presentare gravi criticità, con un aumento della percentuale di cittadini che rinunciano alle cure e un persistente squilibrio economico legato alla mobilità sanitaria.
Nel 2023, il 7,3% dei cittadini calabresi ha dichiarato di aver rinunciato a prestazioni sanitarie per motivi economici o a causa di difficoltà di accesso ai servizi. Questo dato segna un lieve incremento rispetto al 2022 (+0,1 punti percentuali) e rispecchia un trend diffuso in tutto il Sud Italia. La Calabria rimane tra le regioni con la spesa sanitaria pro-capite più bassa del Paese: 416 euro a fronte di una media nazionale di 730 euro.
Un altro dato allarmante riguarda la mobilità sanitaria: la Calabria registra un saldo negativo di -2,47 miliardi di euro nel periodo 2012-2021, posizionandosi tra le peggiori regioni italiane. Ciò significa che un numero elevato di cittadini calabresi si sposta fuori regione per ricevere cure, determinando un pesante esborso economico per il sistema sanitario locale.
Il rapporto sottolinea inoltre che la Calabria, insieme al Molise, è ancora sotto commissariamento a causa delle persistenti difficoltà nel garantire l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questa condizione limita la capacità della regione di pianificare e attuare riforme strutturali necessarie per migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza sanitaria.
La Fondazione GIMBE ribadisce la necessità di interventi urgenti per riequilibrare la distribuzione delle risorse sanitarie e garantire un accesso equo alle cure in tutte le regioni, al fine di contrastare il divario sempre più marcato tra Nord e Sud.