Il Festival di Sanremo 2025 ha aperto i battenti e, incredibilmente, lo ha fatto senza i soliti tempi biblici. Avete presente quelle serate in cui l’ultima canzone arriva quando ormai state considerando di impostare la moka per la colazione? Ecco, questa volta no.
Il merito? O meglio, il colpevole? Carlo Conti, che ha deciso di adottare la filosofia del “parlo meno, conduco meglio” e ha lasciato ampio spazio ai suoi co-conduttori Antonella Clerici e Gerry Scotti. Lui c’era, eh, ma con un livello di coinvolgimento degno di un moderatore di conferenza stampa del Vaticano. Il pubblico, abituato ai monologhi fiume, ha avuto un attimo di smarrimento, poi ha capito che il ritmo spedito poteva anche essere un vantaggio.
Ma veniamo alla gara: tra i big che hanno brillato nella prima serata c’è un nome che ha mandato in visibilio i cultori del cantautorato: Dario Brunori, alias Brunori Sas. Il cantautore calabrese, con il suo brano “L’albero delle noci”, si è infilato nella top five della sala stampa, insieme a Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi e Achille Lauro (perché in ogni Sanremo che si rispetti un po’ di trasgressione non può mancare e Lauro non è solo trasgressione, è performance, è emozione ma soprattutto è divisivo per cui, chapeau!). La classifica esatta resta ancora un mistero, ma Brunori ha già vinto il premio del “finalmente al Festival” dopo anni di corteggiamenti e ammiccamenti soprattutto da parte di noi calabresi, che orgoglio Dario nostro!

Non sono mancate le sorprese nemmeno sul fronte ospiti: Lorenzo Jovanotti ha fatto il pieno di energia con un medley travolgente e un il brano che, a occhio e croce, sentiremo in loop fino a Ferragosto.

In definitiva, questa prima serata sanremese ha smentito alcuni luoghi comuni: che Conti debba per forza essere onnipresente, che il Festival debba durare più di un volo intercontinentale e che il cantautorato di qualità non possa trovare spazio nell’Ariston. Vediamo se il miracolo reggerà anche nelle prossime serate.
M. Z.