La politica bandisca gli slogan e si concentri sulle priorità. È tempo di pensare anche alla Longobucco-Sila. Ritardi anche sulla elettrificazione Sibari/Crotone (ferrovia), Tarsia/Corigliano (sp) e Crotone/Corigliano-Rossano (106). Prossima la pubblicazione di un libro.
Quella della Sila-Mare, al pari di altre vicende calabresi e soprattutto joniche, è lo specchio di tornasole di una realtà inghiottita dal centralismo. Trent’anni di promesse ed attese, nella speranza di congiungere la costa jonica con l’entroterra silano, miseramente svanite nel pomeriggio del 3 maggio. Un avvenimento quasi annunciato. E la conferma nasce dal fatto che al momento del crollo, sul posto, fossero presenti curiosi pronti ad immortalare, con i loro cellulari, l’impalcato che cadeva giù nel letto del Trionto. Naturalmente, confidiamo nella Magistratura e nelle Forze dell’Ordine, già al lavoro con le relative indagini, per fare luce su una vicenda che se non ha causato peggiori sciagure è solo per una pura casualità ed un destino “favorevole”.
Adesso, però, è il momento di reagire! Al bando atteggiamenti volti alla compassione, al giustizialismo e al populismo spiccio. Oggi la politica è chiamata a fare qualcosa che nei precedenti 30 anni non è mai stata fatta: rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per evitare l’isolamento delle Comunità silane e, in particolar modo, quella di Longobucco. Un paese, quest’ultimo già fortemente provato da massivi fenomeni di spopolamento dovuti alla difficoltà di raggiungimento, alla carenza di lavoro e alle mancate prospettive di crescita.
Eppure, nelle more originarie dell’idea di quella strada di categoria C1 (scorrimento veloce) c’erano tutte le prospettive per garantire un futuro roseo alle Comunità interessate. Un asse trasversale — almeno questo l’originario disegno dell’infrastruttura — che avrebbe dovuto congiungere la statale 106 (jonica) con la statale 107 (silana crotonese). Una valida opportunità per quei flussi turistici provenienti dalla Puglia e diretti nelle principali località di soggiorno invernale (Lorica, Camigliatello, Villaggio Palumbo). Gli stessi che oggi, una volta arrivati a Sibari, sono costretti a sobbarcarsi oltre 2 ore di viaggio — addentrandosi in area valliva e iniziando l’arrampicata da Cosenza — per raggiungere le mete silane. Località, quelle su richiamate, che la trasversale Sila-Mare avrebbe consentito di raggiungere in un tempo stimato di 45/50 minuti da Sibari. Ma la solita manina centralista, in barba a qualsivoglia atteggiamento di buon senso, non ha mai gradito perdere flussi ed indotto. Pertanto, meglio trasformare nel tempo, ma sarebbe più opportuno dire destrutturare, l’originaria idea di trasversale con una più modesta traversa Mirto-Longobucco. Come se i percosi stradali a monte del Borgo silano fossero adeguati alle esigenze della moderna viabilità. Il vecchio tracciato della SS 177 (silana di Rossano) e la provinciale Macrocioli, infatti, risultano interdette al traffico, causa problematiche dovute a frane e smottamenti.
Ma ora è giunto il momento di cogliere, nello sciagurato evento, una possibilità: riportare il tracciato stradale a quella che fu l’idea originaria. Per fare ciò la politica tutta dovrà spogliarsi dalle casacche vestite e indossare gli abiti della dignità e dell’orgoglio. Sarà necessario, pertanto, lavorare su due fonti: da un lato procedere alla sistemazione del tratto ammalorato, dall’altro prodigarsi per reperire i fondi utili al completamento dell’opera a valle ed a monte.
Come già dichiarato dal Presidente della Regione, i fondi ci sono. Tuttavia, vanno saputi intercettare.
La rimodulazione del PNRR (su cui tanto il Governo si sta dimenando) e i fondi europei di Sviluppo e Coesione non investiti del settennio 2013/20, potrebbero essere i canali giusti. Relativamente ai fondi FSC, è bene considerare che al 2020 l’Italia aveva speso solo il 43% dell’intero ammontare. In funzione di quanto riferito, non sarà difficile studiare una pianificazione con carattere prioritario per la vicenda in questione. A tal riguardo, bene ha fatto il Sindaco Pirillo a suggerire l’adozione di un “Decreto Longobucco” sul modello già adottato per Genova. Non a caso, infatti, sarà ricevuto venerdì prossimo a Roma dal Ministro alle infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini.
Dietro al completamento della Sila-Mare, al pari dell’altra gemella incompiuta, Sibari-Sila, si raccolgono le speranze di tutto il vasto comprensorio della Sila Greca. Dimenticare e disconoscere questo importante lembo di Calabria significherebbe condannare il territorio all’oblio. Con la conseguenza che anche le aree di costa dell’Arco Jonico sarabbero, inevitabilmente, mutilate nei rapporti economici con un’importante fetta del territorio ad esse afferenti. In funzione di ciò è necessario che gli Amministratori delle Comunità interessate, a cominciare dai Sindaci di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, e San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, (quest’ultima anche in virtù del doppio ruolo istituzionale di Amministratore e Presidente della Provincia di Cosenza), per proseguire a tutti gli altri interessati dall’infrastruttura, si stringano a fianco il primo cittadino di Longobucco portando avanti una battaglia corale. La Sila-Mare, non dovrà più essere il semplicistico concetto di Longobucco-Mirto. Piuttosto, il principale segmento di congiunzione tra le aspettative dell’Arco Jonico e le speranze del comprensorio silano. Per evitare il fallimento della vincente idea di una strada di penetrazione veloce che dalla Sibaritide (SS106) raggiunga l’altopiano, riconnettendosi alla SGC 107 (KR – San Giovanni in Fiore – CS – Paola).
È tempo che le popolazioni della fascia jonica pacificamente si ribellino. Bastano solo pochi esempi per capire che vi è una strategia storica di isolare l’intera area: anche sulla 106 allo stato solo il tratto Corigliano-Rossano/Crotone è rimasto indietro rispetto ad altri segmenti. La Cosenza/Tarsia/Corigliano-Rossano ferma al palo (l’ultimo tratto). Per non parlare dell’elettrificazione della tratta ferrata Sibari/Crotone. Solo coincidenze? Il Comitato nutre dubbi. Ma tutti i particolari saranno resi noti in un libro di prossima pubblicazione.
Ufficio Stampa – Jonia-MagnaGraecia