Molto partecipato il “Tavolo delle idee” promosso dal M5S. Pietra tombale sul Comitato per il NO?
Il dibattito politico a Rende si anima in vista delle prossime elezioni amministrative, con un confronto serrato tra le forze progressiste e riformiste per definire una strategia unitaria.
L’obiettivo condiviso è quello di offrire un’alternativa credibile al centrodestra e di costruire un progetto solido per il futuro della città.
L’incontro si è svolto nel corso del “Tavolo delle idee”, promosso dal Movimento 5 Stelle, che ha trovato subito l’ok di Sinistra Italiana-Avs e ha riunito nella sala della Fondazione Roberta Lanzino le forze politiche e sociali cittadine.
Il contesto politico e il dato delle europee
Come sottolineato da Maria Pia Funaro, Avs, che ha moderato l’incontro, “la realtà politica di Rende è complessa, e la vera sfida è riuscire a convivere e a condividere una visione comune. I risultati delle elezioni europee hanno dimostrato che la sinistra ha ottenuto un buon risultato in città, superando il centrodestra di Occhiuto. Da qui la necessità di consolidare questo consenso e trasformarlo in un progetto amministrativo coeso”.
Giuseppe Giorno, coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle evidenzia il fallimento politico degli ultimi dieci anni a Rende e sottolinea l’urgenza di una nuova visione per il territorio. Secondo lui “non devono esserci veti pregiudiziali, ma una chiara volontà di rafforzare la presenza progressista sia a livello locale che nazionale”.
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Verso un progressismo vincente
La necessità di un centrosinistra capace di vincere e governare è un tema centrale per Walter Nocito, facente funzioni Sinistra Italiana a Rende, che fa riferimento al modello Perugia come esempio di successo. Secondo lui “serve un metodo serio, basato sulla sostanza più che sulla burocrazia e i documenti, evitando i veti incrociati tipici dei piccoli comuni”. Inoltre, sottolinea che “l’esperienza del civismo a Rende – come nel caso di Marcello Manna – non deve più essere utilizzata come una maschera dietro cui celare posizioni ambigue”.
Dal Partito Democratico, De Luca annuncia che la “federazione provinciale seguirà con attenzione gli sviluppi e avvierà interlocuzioni nelle prossime settimane per costruire un’alleanza progressista e riformista”.
Le diverse anime della sinistra
Dalla Rifondazione Comunista, Gianmaria Milicchio insiste sulla necessità di “creare una vera discontinuità con il passato, non limitandosi alla contrapposizione con la destra, ma costruendo un’alternativa politica concreta”. Tra i punti chiave: il no al consumo di suolo e alla guerra, temi sentiti dalla cittadinanza, e la necessità di una vera politica di sinistra basata su un fronte popolare.
Il Partito Socialista, con Luigi Incarnato, sottolinea che è giunto il momento di riconoscere il centrodestra come avversario politico e lavorare a un progetto solido.
Italia Viva, con Giuseppe D’Acri, richiama l’attenzione sulla necessità di concretezza, ponendo l’accento sui progetti piuttosto che sui nomi. Secondo D’Acri, il futuro di Rende non è segnato dal pessimismo, ma richiede impegno per riportare i cittadini alle urne.
La questione della partecipazione democratica
Marina Simonetti, di Attiva Rende, pone il problema della scarsa partecipazione democratica degli ultimi otto anni, denunciando una visione privatistica della città. “La questione della legalità è centrale: non è la città a essere sotto accusa, ma l’amministrazione uscente. Per questo motivo è necessario ripristinare i valori fondanti di Rende e rilanciare un impegno collettivo. Il 19 febbraio si terrà un’assemblea pubblica aperta a tutti, con l’intento di allargare il fronte progressista”.
Clelio Gelsomino, della Federazione Riformista, esprime preoccupazione per la posizione del PD e chiede chiarezza su figure come l’ex vicesindaca Anna Maria Artese e l’assessore Fabrizio Titera, che hanno fatto parte della giunta Manna. “La linea della Federazione Riformista è chiara: né con la destra né con chi ha appoggiato Manna. Per ricostruire Rende serve un progetto basato su trasparenza e conoscenza dei problemi reali della città”.
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Ambiente, servizi e cultura: le priorità per Rende
Nadia Gambilongo, dei Giardini di Eva, porta l’attenzione sul consumo di suolo e sulla necessità di integrare un piano del verde nel Piano Strutturale Comunale (PSC). L’ambiente diventa così un tema centrale nella costruzione del nuovo programma amministrativo.
Dal Centro DAM, Andrea De Bonis sottolinea l’importanza “di un fronte progressista che possa realmente candidarsi alla guida del Comune, con un focus strategico sull’area urbana Cosenza-Rende. Tra le priorità: servizi sociali, verde e cultura”.
Umberto Calabrone dalla Cgil invita a non considerare l’unità come un valore a prescindere, ma a costruire un’identità comune basata su una visione condivisa della città.
Per il Movimento 5 Stelle interviene anche l’ex consigliere comunale, Domenico Miceli : «Abbiamo perso dieci anni ma i tempi sono maturi per cercare l’unità e fare sintesi, c’è bisogno di una grande forza: dobbiamo riprenderci il territorio e il futuro che ci è stato negato».
In chiusura Antonio Curcio (Sinistra Italiana) risponde ad Incarnato e lo incalza: “Dica definitivamente da che parte sta, dica che quella di Manna è stata un’esperienza fallimentare sciolta per mafia e che oggi si può guardare oltre: il Partito socialista, nella prima e nella seconda sindacatura Manna, lo ha esplicitamente sostenuto”.
Comitato per il No, ormai solo un ricordo?
Un elemento significativo dell’incontro è stata l’assenza di Iantorno, ex assessore della giunta Manna, la cui candidatura ha diviso il comitato del No al referendum. La sua esclusione è stata interpretata come una vera e propria pietra tombale sull’unità che si era creata in quella fase, segnando la chiusura definitiva di quell’esperienza politica e l’avvio di nuovi percorsi per le amministrative.
Un nuovo percorso per Rende
Il confronto in corso dimostra che la sinistra a Rende è in fermento, con posizioni articolate e talvolta divergenti, ma accomunate dalla volontà di creare un’alternativa credibile. La sfida principale sarà quella di superare le divisioni interne e trovare un punto di sintesi per presentarsi alle elezioni con un programma chiaro e una leadership capace di rappresentare le diverse anime del progressismo. L’assemblea del 19 febbraio sarà un banco di prova per verificare la possibilità di costruire un fronte ampio e coeso, capace di competere con il centrodestra e di governare Rende con un progetto solido e condiviso.